Un percorso di partecipazione della comunità scolastica e degli abitanti di Pietrasanta (LU) per ripensare e riorganizzare il sistema scolastico, gli spazi in cui è ospitato e il rapporto con la città.

Una serie di laboratori del racconto attraverso i quali esplorare i sogni e le aspettative della comunità.


I laboratori:

LABORATORIO SCUOLA SPAZIO PUBBLICO

Gli spazi della scuola come civic center

Oggetto del laboratorio sarà il racconto collettivo sulle potenzialità dell'integrazione degli spazi pubblici della scuola a quelli della città e viceversa. Immaginare una scuola e una città diversa, il cui confine è labile e mutevole.

 

SCUOLA ARTI E MESTIERI

Il mastro e il maestro

Oggetto del laboratorio sarà il racconto collettivo sull'artigianalità come strumento di scoperta delle capacità. Indagare la relazione tra il sapere e il saper fare come patrimonio e identità locale.



MOTO A SCUOLA

Indagine operativa dell’andare e tornare da scuola in città: accessibilità, mobilità, trasporti e le alternative possibili

Oggetto del laboratorio sarà il racconto collettivo sulle difficoltà dell'andare a scuola, le opportunità, le minacce e il piacere di attraversare la città nei diversi orari del giorno e nelle diverse direttrici principali.


STARE A SCUOLA

L’aula, gli spazi della scuola, i campi pedagogici e il terzo spazio

Oggetto del laboratorio sarà il racconto collettivo sulle modalità di apprendimento, le potenzialità e i limiti del processo pedagogico.

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Il percorso dei laboratori si svilupperà attraverso una serie di temi che ci permetteranno di rileggere la giornata scolastica-tipo dimostrando il legame imprescindibile tra scuola e città: moto a scuola, stare a scuola, scuola spazio pubblico, scuola arti e mestieri.

Ad ognuno di questi temi sarà dedicata una giornata di approfondimento organizzata in tre momenti: l’ osservazione sul campo, un laboratorio e un evento serale.

In particolare l’attività del laboratorio avrà l’obiettivo di elaborare insieme ai partecipanti un racconto legato al tema oggetto della discussione che raccolga esperienze, idee e prospettive per le scuole di Pietrasanta.

Alle quattro giornate dedicate all’approfondimento dei temi seguirà una giornata conclusiva in cui i risultati del percorso, i contributi emersi dai laboratori e le riflessioni nate dagli eventi serali saranno discussi con i partecipanti.

Per garantire una migliore riuscita del percorso di partecipazione, ai laboratori sono stati invitati quei soggetti che esprimono una particolare competenza rispetto al tema oggetto di discussione di ogni laboratorio. La partecipazione resta libera e aperta a tutti coloro che siano interessati alla discussione fino ad un massimo di 25 persone per laboratorio.

Il metodo

Per i laboratori di Versilia School City si è cercato uno strumento di partecipazione al dibattito che consentisse di gestire il gruppo di lavoro portando in secondo piano le specificità professionali dei partecipanti, concentrandosi maggiormente quindi sul contributo ideativo, emotivo e culturale che questi erano in grado di portare, in un contesto libero da costruzioni mentali ed eventuali preconcetti legati al ruolo ricoperto all’interno della comunità scolastica.

Per questa ragione si è deciso di adattare un esercizio tratto da la “Grammatica della fantasia” di Gianni Rodari, noto scrittore e pedagogista italiano, che prevede la stesura di un breve racconto collettivo a partire da una serie di domande che configurano avvenimenti in serie.
Nello specifico:

Chi era?
Dove si trovava?
Che cosa faceva?
Che cosa ha detto?
Che cosa ha detto la gente? Com’è andata a finire?

Dopo aver introdotto brevemente l’argomento di discussione, viene sottoposto un foglio con le domande. Un membro del gruppo, scelto a caso, risponde alla prima domanda e piega il foglio in modo che nessuno possa leggere la risposta, un secondo membro risponde alla seconda domanda e ripiega il foglio. Così di seguito, fino ad esaurimento delle domande. 

Si ottiene così una piccola storia che, anche se plausibilmente rappresenta un non sense, consente di rilevare una serie di elementi per avviare la discussione:

L’attore o gli attori principali che è necessario tenere in considerazione relativamente al tema di discussione

I luoghi fisici (e non) coinvolti nel tema

Le azioni che possono essere compiute o che si desidera compiere

Le impressioni e gli atteggiamenti degli attori secondari

L’epilogo plausibile o gli scenari possibili di risoluzione sulla ipotetica narrazione intorno al tema

Questi pochi elementi permettono ai moderatori di avere vari spunti per alimentare la discussione e leggendo le risposte è possibile affrontare i vari temi e raccogliere diverse impressioni sull’argomento. L’espediente del non sens, oltre a generare un clima disteso, può essere impiegato in diversi modi, ad esempio provando a ricostruire la linearità di un determinato argomento di discussione sostituendo e variando gli elementi emersi.

A partire da pochi e semplici elementi rilevati casualmente, la discussione tocca vari punti di interesse, una lettura collettiva dell’argomento di discussione e le basi per una riscrittura collettiva del tema in oggetto.